venerdì 31 maggio 2019

Dal nostro referente in Olanda Wouter De Wik sulle Europee nei Paesi Bassi



di Wouter De Wik

 I SOCIALDEMOCRATICI DAVANTI A TUTTI IN OLANDA. LA DESTRA POPULISTA SOLO IN TERZA POSIZIONE E BATOSTA PER GEERT WILDERS, ALLEATO DI SALVINI NEL "INTERNAZIONALE NAZIONALISTA" CON 1 SOLO SEGGIO.

I Socialisti davanti, poi liberali e conservatori dietro, e in terza posizione populisti di destra e la Sinistra verde quasi alla pari. Questi i risultati del voto nei Paesi Bassi. 
Nello specifico, il PvdA (Partito del Lavoro) dello spitzenkandidat Frans Timmermans è il primo partito con 5 seggi (18,1%, un seggio in più del 2014), poi il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (collegato coi liberali dell'Alde, col 15% e 4 seggi, uno in più del 2014 e Cda (Appello Cristiano Democratico, alleato al Partito popolare europeo al 12,3%, sempre 4 seggi : uno in meno rispetto al 2014.
Sinistra verde, in Europa nella sinistra ambientalista - a Bruxelles nella famiglia dei Verdi Europei - Alleanza Libera Europa - prendono 3 seggi, così come Forum della democrazia e nella destra nazionalista (Conservatori e riformisti), anche loro 3 seggi. Per la Sinistra è comunque un esordio, con un consenso del 11%; la Destra guadagna 1 seggio in più del 2014, con il 10,5% dei consensi. 
Ma la sconfitta e l'alt più evidente sono quelli subiti da Geert Wilders, alleato di Salvini nella "Internazionale Nazionalista" lanciata a Milano dal leader leghista : 1 solo seggio al posto dei 4 del 2014 (4,1%). 
In aumento l'affluenza col 41,3% degli aventi diritto di voto.

Wouter De Wik

(referente Olanda di "Journalists without frontiers")

giovedì 30 maggio 2019

Precisazione

Volevo precisare che subito dopo il mio pezzo susseguente per un altro blog d'un'associazione meridionalista progressista, che abbiamo voluto qua riproporre, è riportato un mio breve pensiero sul mio ruolo e del perchè di quest'iniziativa mediatica dell'associazione "Journalists without frontiers" che mi onoro di rappresentare, che invito a leggere.
Buona lettura e un in bocca al lupo a noi per questo viaggio e per quel che seguirà come pubblicazione.

Saluto esteso ai visitatori

Attilio Stolder


Un gran bel pezzo di Attilio Stolder per il blog Rubriche Meridionali del 18/11/2016

Quando scendevamo via Posillipo…



Un giovanotto degli anni 50/60 di media borghesia (quindi di famiglia non necessariamente benestante economicamente, ma solo fortunata a essere napoletana, residente in quella zona e di valori fortunatamente radicati in una sana napoletanità, nella consapevolezza d’esser nati e vivere in luogo baciato dal Signore) di quegli anni, posillipino, nato e cresciuto in quella zona, in un periodo autunnale o meglio post vacanziero, aveva di solito un look consolidato. Un pantalone chiaro da risvolti approssimativi e non definiti – di memoria marinara -, dei mocassini spesso senza calze, un maglione a “V” soffice e leggero, quasi sempre azzurro cielo e una camicia bianca dal collo spianato, aperto. Entrambi, maglione e camicia, tirati su agli avambracci prima dei gomiti. Era un vestire calibrato alla temperatura, perché l’accenno d’autunno era costantemente fresco, ma con un ancora bel sole e la rinuncia alle calze era un voler restare legati all’estate da poco passata, al mare, a qualcosa difficilmente accantonabile. Ora quel periodo dell’anno è un rebus…può essere ancora caldissimo o di poco programmabili giornate quasi fredde. Non era così…poi cambiò come tante cose dagli anni 70/80 in avanti. Se quel giovane era come me, con reminescenze ereditarie normanne (molto presenti al Sud, anche in Sicilia) o, addirittura come nel mio caso, con un papà di lontane origini trentine pur se di famiglia trapiantata a Napoli da prima della tanto deprecata unità….bè allora quel giovane assumeva un aspetto singolare : sorriso aperto, occhio azzurro in perfetto pan dan (si dice così?) col maglione, e capello biondo ondulato, semi lungo, bruciato dal sole e dal mare d’una estate troppo precocemente trascorsa! Riuscite a immaginarlo? E uno così avendo a disposizione quella strada spettacolosa fatta di curve, palazzi e case meravigliose alla sua sinistra e un panorama

mozzafiato alla sua destra con mare, spiagge, anfratti, giardini che scendevano appunto verso il mare, cosa poteva fare se non godersi una bella passeggiata (di mattina inoltrata o prima dell’imbrunire) scendendo da Posillipo verso Mergellina? Le ragioni potevano essere più d’una : puro “cazzeggio”, recarsi alla suddetta zona di Mergellina per sostare ai famosi chalet per il rituale d’un caffè o aperitivo, o a un Circolo tipo l’omonimo Posillipo, dove incontrare amici, tentare l’ennesimo bagno, e/o allenarsi a qualche sport legato al mare : canottaggio, nuoto, vela, pallanuoto….tutti nella tradizione napoletana, e specificatamente posillipina, ai quali erano (e lo sono ancora in parte) dediti i giovani virgulti là residenti. Pochi pullmann (così si diceva e non bus come oggi), auto manco a parlarne…quasi una rarità, e in compenso qualche lambretta o le prime vespe per i più fortunati.


In assenza di ciò il mezzo più in uso era la “pedicolare”, ovvero scendere a piedi e senza ansie. Sembra, me ne rendo conto, il quadro della bella vita, di chi ha finanze disponibili con faciltà e quindi il tutto troppo nostalgico, irreale e irriguardoso verso i meno abbienti.
Ma così non era. Le ansie o le depressioni erano sintomatologie quasi sconosciute; si era ovvio in un’età dove programmare il futuro e il lavoro che avresti dovuto intraprendere, ma un senso d’ottimismo diffuso in quegli anni, il buon umore e il disincanto napoletano e per giunta d’un posillipino t’aiutavano, anzi t’indirizzavano ad esser così : le cose si sarebbero in qualche modo sistemate, vivevi in un bel posto, tutto era in crescita…meglio godersi quei giorni e quei posti! Penne di sicuro di ben altra qualità della mia, come un Raffaele Di Capria, hanno raccontato quei luoghi, quell’umore, la famosa “bella giornata” da lui magistralmente descritta, un dandysmo fatto appunto di quasi zero soldi, ma di propensione a ciò che ho sopra illustrato, pur se con una velata vena amara che solo uno scrittore di così tanto spessore può cogliere e riportare in romanzi come “Ferito a morte”. Ebbene quel mondo non c’è più, non esistono le condizioni sociali perché ci sia, poco è rimasto di quel “tutto”  se non il luogo e la sua ancora forte magìa. I nuovi ricchi arroganti e col dio denaro e le “griffe” al primo posto si sono impadroniti del posto. Il ricordo però ci è concesso, e non è solo cruda nostalgia, ma coscienza di valori e approccio alla vita, alle cose, ai luoghi, da memorizzare almeno come insegnamento, riflessione e, rivedute e corrette, possibili e praticabili riproposizioni.

Attilio  Stolder

Due parole di Attilio Stolder


“Journalists without frontiers” è una libera associazione giornalistica, i cui fondamentali è possibile leggerli qua di fianco nel blog nella presentazione. E’ nata negli ultimi mesi del 1985 ed è stata formalizzata la registrazione nell’Aprile del 1986. Ha sede a Berna in Svizzera, che è diventata,  non solo per questa ragione, la mia residenza…benché io sia un napoletano di Posillipo e conservi tutto delle radici, storia, appartenenza, conditi di profumi e sapori, della mia terra d’origine.
Sono entrato a far parte dell’associazione nel 1992 e dopo un paio di anni ne sono diventato, assieme ad un collega e amico milanese, il referente per l’Italia. Dal 2003 sono rimasto da solo con questo incarico. 
In uno dei miei raid napoletani poco tempo fa ho reincontrato uno dei nostri vecchi iscritti…a cui tra l’altro qualche anno fa inviai un mio pezzo proprio sulle mie radici che lui pubblicò in un blog da lui curato. Di qua, apprezzando la qualità e i meriti della sua opera per anche un altro blog politico, l’idea di chiedergli la collaborazione per la creazione appunto d’un blog sulla nostra associazione, ovvero questo. 
Lo ringrazio per l’immediato entusiasmo e disponibilità che ha portato a produrre quanto auspicato. L’intento è di avere uno strumento che rappresenti vivacità, comunicazione e partecipazione.
Con l’occasione di questo saluto do il mio ben ritrovato ai nostri iscritti storici e un benvenuto a quelli nuovi e futuri
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Cordialmente

Attilio Stolder