Pubblichiamo un pezzo con attenzione al Sud Italia di Giovanni Cutolo, nostro nuovo iscritto italiano ma residente in Spagna vicino Barcellona, cui diamo il benvenuto.
NATURA, CULTURA E PROGETTO
Caratteristica peculiare dell’uomo è l’innata
capacità, grazie alla parola e alla scrittura, di vivere nella Storia
accumulando conoscenza e pertanto cultura. Questa stessa cultura modella il
divenire dell’uomo e finisce per diventare la sua seconda e“più vera” natura. Vivere
storicamente, elaborando una sua propria cultura, ha consentito all’uomo quella
formidabile capacità di controllo sul tempo e sullo spazio che gli ha
consentito quella visione che nessun altro mammifero ha mai raggiungere, a
causa del suo assoggettamento ai ritmi dell’istinto. La cultura rende l’uomo
padrone del suo destino e protagonista della sua storia. Grazie alla sua
capacità di “vivere secondo progetto” l’uomo va modificando l’originario
contesto primigenio trasformandolo in contesto culturale, un contesto ben più
naturale del caos primordiale, ben più naturale di quel disordine originario
che, erroneamente, viene considerato come natura. Arnold Gehlen osserva come,
lungo tutto il suo lungo percorso attraverso il tempo, l’uomo abbia preso
gradualmente possesso dello spazio e dell’ambiente, nel tentativo di
affrancarsi dall’Uroboros ancestrale, acquisendo una sempre maggiore
coscienza di sé; lasciandosi alle spalle i miti della preistoria e imparando a costruirsi
la sua propria storia mediante il continuo incessante sviluppo della sua
propria cultura. Al punto che questa cultura è finalmente divenuta come già
detto, la sua seconda natura, quella più autentica e più vera, la sua natura
più naturale.
Si pensi, per esempio, alle Langhe piemontesi o
alla Baviera tedesca, territori che sono l’eccezionale risultato virtuoso di un
progetto paesaggistico realizzato durante secoli. Un progetto fatto da
innumerevoli interventi dell’uomo sullo spazio preesistente, un’opera di
ingegneria agricola e idraulica che ha ordinato eripartito i filari di vigne alternandoli
ai boschi, ha irreggimentato e incanalato i corsi d’acqua, ha disegnato i
sentieri e le strade. Le stesse cose si potrebbero dire
per le Langhe piemontesi e per tante altre porzioni di territorio, luoghi tutti
che, paradossalmente, appaiono assai più “naturali” di quanto non appaia la
foresta amazzonica. Certamente più naturali di quello che possiamo immaginare
fosse, centinaia di migliaia di anni fa, lo stato originario di quei territori
che oggi chiamiamo Langhe e Baviera.
Saper progettare è, prima ancora che una
professione, un’attitudine precipua dell’uomo, la caratteristica che lo
identifica lo differenzia da tutti gli altri mammiferi. Con buona pace dei miei
amici architetti, si può ragionevolmente sostenere che tutti gli uomini sono,
sia pure in misura diversa fra loro, capaci di progetto, essendo indotti –
anzi, obbligati - a vivere proprio secondo progetto al fine di compensare le
strutturali carenze istintuali. Per uscire dal vicolo cieco in cui l’uomo si è
infilato e per tentare di risolvere la crisi che stiamo attraversando, non c’è
altra scelta che battersi per cambiare le cose partendo dall’elaborazione di un
programma politico globale e locale, capace di sfruttare al megliola nostra capacità,
grande e unica, di progettare. Oggi più che mai il progetto deve essere lo
strumento per costruire il nuovo e, soprattutto,riparare e ricostruire il
vecchio.
C’è grande bisogno di progetto anche in Italia dove,sin
dall’unità del paese, voluta e realizzata militarmente dall’indebitato Nord
piemontese, “contro” il florido Sud delle due sicilie. Diversamente da quanto,
da quasi centosessant’anni, si cerca pervicacemente di far credere, non è vero
che il Sud rappresenti una palla al piede per lo sviluppo dell’Italia. Al
contrario, il Sud potrebbe essere il punto di partenza e il motore per il
rilancio dell’intero paese, mettendo in atto un coraggioso progetto politico,
nazionale ed europeo. Per conseguire questo risultato occorre,
innanzitutto,combattere l’ignoranza investendonella scuola e puntando sull’educazione
e sull’istruzione dei giovani e dei meno giovani.
Giovanni Cutolo
SantCebrià de Vallalta, 23 agosto 2019
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