mercoledì 7 agosto 2019

Sulla proposta in Italia del "Regionalismo differenziato"....

Contributo su una discussa proposta di legge del nostro nuovo iscritto Natale Cuccurese, napoletano residente in Emilia Romagna, nonchè Presidente del Partito del Sud - Meridionalisti Progressisti :


REGIONALISMO DIFFERENZIATO: SON TUTTI “VIRTUOSI” COI SOLDI DEGLI ALTRI


di Natale Cuccurese



Il Regionalismo differenziato si sta dimostrando, man mano che si svelano le carte, sempre più come un progetto iniquo, egoistico e neoliberista, che divide l'Italia e penalizza principalmente il Sud, ma che, aprendo ovunque alle privatizzazioni, a partire da temi fondamentali quali scuola e salute, va a colpire anche il Nord, nelle fasce meno tutelate della popolazione, come lavoratori, studenti e pensionati.

Oggi è legittimo domandarsi se potremo ancora considerarci un’unica nazione qualora il governo Conte approvasse l’autonomia legislativa e fiscale della Lombardia, del Veneto, dell’Emilia Romagna ed eventualmente, delle altre regioni che la richiederanno.  La nostra è una costruzione nazionale e sociale delicata, molto complicata, fatta di culture e storie condivise. E’ il frutto di un vincolo di cittadinanza, motivato da memorie e sentimenti comuni, un patto di lealtà e solidarietà nazionale, del sentirsi uguali pur vivendo in zone diversamente sviluppate. Ebbene questo vincolo potrebbe rompersi dinanzi alla concessione dell’autonomia regionale.

Dieci anni fa dissero di voler fissare i livelli essenziali di prestazione (Lep) e i fabbisogni standard perché non vi fossero cittadini di serie A e cittadini di serie B. Dopo dieci anni questi parametri, per volontà politica, ancora non solo non ci sono, ma addirittura la Lega, che ora si spaccia per partito nazionale, porta avanti una inedita forma di “nazionalismo secessionista”, come lo definisce Isaia Sales, unico caso al mondo, che si estrinseca mediante un razzismo che oltre che etnico è anche territoriale. Cos’è se non “razzismo territoriale” ritenere che alcuni italiani, se abitanti di alcune particolari regioni, valgono di meno di altri italiani? La cosa agghiacciante è che, in questo delirante scenario secessionista, la Lega trova sponde in parte del Pd, come nel caso dell’Emilia-Romagna, dove il Presidente Bonaccini si è posto all’inseguimento della Lega e, come detto recentemente da Luciano Canfora in una intervista sul Manifesto, “Anche questo disgusta. Ma come può il Pd pensare di recuperare nel centro-sud con una proposta simile a quella di Zaia “. Il tutto assume una veste patetica, visto che già si può prevedere con ragionevole certezza, in vista delle elezioni Regionali, la chiamata all’unione delle forze progressiste per un fronte comune, che esprima un “voto utile”, in nome dell’antifascismo e del contrasto a quella stessa Lega di cui si clonano le richieste...

Il cittadino che non risiede in aree ricche si appresta così a ricevere meno servizi e avere meno opportunità, così che i gap dei servizi, nella scuola, sanità, asili, risorse di sostegno all’apparato produttivo e alle infrastrutture, diventerà “legittimo e codificato per legge”. Non saranno più considerati un esito  involontario di una particolare storia nazionale, e perciò da superare, ma un privilegio etnico-territoriale, immodificabile, dovuto a una sorta di superiorità di stampo, se non razziale, almeno misticista-protestante.

Tutte fandonie, ovviamente, anche alla luce che del fatto che l'intera spesa pubblica pro capite al Sud è 13.394 Euro, mentre al Nord è di 17.065 Euro (media 2014-2016). Cioè sono ben 61 miliardi, quelli che il Nord riceve in più grazie al trucco della spesa storica: in altre parole son tutti “virtuosi” con i soldi degli altri.

Con il regionalismo differenziato il divario non potrà che aggravarsi: infatti, con la proposta del Veneto di trattenere il 90% dei tributi nei territori, mancheranno al bilancio dello Stato 190 miliardi su 751. Una visione oltremodo miope quella del Nord, visto che il mercato meridionale vale il triplo delle esportazioni del nord nei paesi UE.

Ai tagli ai servizi pubblici, alle privatizzazioni, alla mancanza di lavoro, alla precarizzazione dello stesso e al contenimento dei salari, ispirati anche dalle politiche neoliberiste di Bruxelles, si aggiungerà questo “ Regionalismo” come detonatore del malcontento di una gran parte del Paese, preparando così un periodo di tensioni e scontri sociali come mai prima d’ora nella storia repubblicana. La nazione diverrebbe matrigna per alcuni cittadini e per alcune aree che hanno la colpa di essere cresciute meno di altre. Si finirebbe per punire il luogo in cui si è nati creando le condizioni per la protesta prima, il disordine poi, con conseguente possibile balcanizzazione finale del Paese.

La “secessione dei ricchi” impone a tutti noi l’impegno a non abbandonare la lotta per portare al centro dell’agenda politica i temi della questione meridionale, da un punto di vista gramsciano, come da sempre affermiamo noi del Partito del Sud.

L’Italia può ripartire solo con un progetto di Governo che si esalti nell’annullare le differenze, non nell’aumentarle, soprattutto alla luce del Rapporto Svimez 2019 che presenta scenari apocalittici per il Sud. Il fascio pentaleghista, il governo più a destra della storia repubblicana, ha spostato l’attenzione del Paese, anche con la vergognosa approvazione del decreto sicurezza bis, su di una emergenza migranti che, stando alle cifre, non esiste, mentre il Sud si svuota.
In 15 anni oltre 2 milioni di persone sono emigrate dal Mezzogiorno, il cui Pil nel 2019 scenderà sotto zero.
Il futuro del Meridione non è mai stato a rischio come adesso.


Natale Cuccurese

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