Contributo su una discussa proposta di legge del nostro nuovo iscritto Natale Cuccurese, napoletano residente in Emilia Romagna, nonchè Presidente del Partito del Sud - Meridionalisti Progressisti :
REGIONALISMO
DIFFERENZIATO: SON TUTTI “VIRTUOSI” COI SOLDI DEGLI ALTRI
di Natale Cuccurese
Il Regionalismo differenziato si sta dimostrando, man mano
che si svelano le carte, sempre più come un progetto iniquo, egoistico e
neoliberista, che divide l'Italia e penalizza principalmente il Sud, ma che,
aprendo ovunque alle privatizzazioni, a partire da temi fondamentali quali
scuola e salute, va a colpire anche il Nord, nelle fasce meno tutelate della
popolazione, come lavoratori, studenti e pensionati.
Oggi è legittimo domandarsi se potremo ancora considerarci
un’unica nazione qualora il governo Conte approvasse l’autonomia legislativa e
fiscale della Lombardia, del Veneto, dell’Emilia Romagna ed eventualmente,
delle altre regioni che la richiederanno. La nostra è una costruzione
nazionale e sociale delicata, molto complicata, fatta di culture e storie
condivise. E’ il frutto di un vincolo di cittadinanza, motivato da memorie e
sentimenti comuni, un patto di lealtà e solidarietà nazionale, del
sentirsi uguali pur vivendo in zone diversamente sviluppate. Ebbene questo
vincolo potrebbe rompersi dinanzi alla concessione dell’autonomia regionale.
Dieci anni fa dissero di voler fissare i livelli essenziali
di prestazione (Lep) e i fabbisogni standard perché non vi fossero cittadini di
serie A e cittadini di serie B. Dopo dieci anni questi parametri, per volontà
politica, ancora non solo non ci sono, ma addirittura la Lega, che ora si
spaccia per partito nazionale, porta avanti una inedita forma di “nazionalismo
secessionista”, come lo definisce Isaia Sales, unico caso al mondo, che si
estrinseca mediante un razzismo che oltre che etnico è anche territoriale.
Cos’è se non “razzismo territoriale” ritenere che alcuni italiani, se abitanti
di alcune particolari regioni, valgono di meno di altri italiani? La cosa
agghiacciante è che, in questo delirante scenario secessionista, la Lega trova
sponde in parte del Pd, come nel caso dell’Emilia-Romagna, dove il Presidente
Bonaccini si è posto all’inseguimento della Lega e, come detto recentemente da
Luciano Canfora in una intervista sul Manifesto, “Anche questo disgusta. Ma
come può il Pd pensare di recuperare nel centro-sud con una proposta simile a
quella di Zaia “. Il tutto assume una veste patetica, visto che già si può
prevedere con ragionevole certezza, in vista delle elezioni Regionali, la
chiamata all’unione delle forze progressiste per un fronte comune, che esprima
un “voto utile”, in nome dell’antifascismo e del contrasto a quella stessa Lega
di cui si clonano le richieste...
Il cittadino che non risiede in aree ricche si appresta così
a ricevere meno servizi e avere meno opportunità, così che i gap dei servizi,
nella scuola, sanità, asili, risorse di sostegno all’apparato produttivo e alle
infrastrutture, diventerà “legittimo e codificato per legge”. Non saranno più
considerati un esito involontario di una particolare storia nazionale, e
perciò da superare, ma un privilegio etnico-territoriale, immodificabile,
dovuto a una sorta di superiorità di stampo, se non razziale, almeno
misticista-protestante.
Tutte fandonie, ovviamente, anche alla luce che del fatto
che l'intera spesa pubblica pro capite al Sud è 13.394 Euro, mentre al Nord è
di 17.065 Euro (media 2014-2016). Cioè sono ben 61 miliardi, quelli che il Nord
riceve in più grazie al trucco della spesa storica: in altre parole son tutti
“virtuosi” con i soldi degli altri.
Con il regionalismo differenziato il divario non potrà che
aggravarsi: infatti, con la proposta del Veneto di trattenere il 90%
dei tributi nei territori, mancheranno al bilancio dello Stato 190
miliardi su 751. Una visione oltremodo miope quella del Nord, visto che il
mercato meridionale vale il triplo delle esportazioni del nord nei paesi UE.
Ai tagli ai servizi pubblici, alle privatizzazioni, alla
mancanza di lavoro, alla precarizzazione dello stesso e al contenimento dei
salari, ispirati anche dalle politiche neoliberiste di Bruxelles, si aggiungerà
questo “ Regionalismo” come detonatore del malcontento di una gran parte del
Paese, preparando così un periodo di tensioni e scontri sociali come mai prima
d’ora nella storia repubblicana. La nazione diverrebbe matrigna per alcuni
cittadini e per alcune aree che hanno la colpa di essere cresciute meno di
altre. Si finirebbe per punire il luogo in cui si è nati creando le condizioni
per la protesta prima, il disordine poi, con conseguente possibile
balcanizzazione finale del Paese.
La “secessione dei ricchi” impone a tutti noi l’impegno a
non abbandonare la lotta per portare al centro dell’agenda politica i temi
della questione meridionale, da un punto di vista gramsciano, come da sempre
affermiamo noi del Partito del Sud.
L’Italia può ripartire solo con un progetto di Governo che
si esalti nell’annullare le differenze, non nell’aumentarle, soprattutto alla
luce del Rapporto Svimez 2019 che presenta scenari apocalittici per il Sud. Il
fascio pentaleghista, il governo più a destra della storia repubblicana, ha
spostato l’attenzione del Paese, anche con la vergognosa approvazione del
decreto sicurezza bis, su di una emergenza migranti che, stando alle cifre, non
esiste, mentre il Sud si svuota.
In 15 anni oltre 2 milioni di persone sono emigrate dal
Mezzogiorno, il cui Pil nel 2019 scenderà sotto zero.
Il futuro del Meridione non è mai stato a rischio come
adesso.
Natale Cuccurese
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